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Cosa resta

Osservo il mondo

con la leggerezza di un vestito

di tulle come fosse una stagione,

il mio cielo autunnale

senza lasciarmi turbare.

Tutti abbiamo qualcosa

che non riusciamo a lasciar andare,

quando la vita non tiene,

quando la vita frana!

Un sussulto di gioia.

Una fitta di dolore.

Un piacere intenso nelle vene.

Una riserva suprema,

tra profumo di zucchero e colore.

Un’ idea che cambia il pensiero,

verso ciò che non è ancora,

come un chicco d’ uva al sole.

Un semplice grappolo di vita

che sta per essere staccato,

pigiato a piedi scalzi,

in grado di annebbiare la vista e

far girare la testa,

di procurare una sbandata

col fiato corto e i lenti riflessi.

Un grappolo di una vigna sospesa,

spremuto dal pensiero dolce

come il miele, che scorre in un lago

di infinite promesse.

L’ inverno non mi fa paura.

L’ autunno che arriva…

con grappoli d’ uva fitti e dolci.

Tocchi d’ anima potenti.

Non fuggo da essi,

anche se sconvolgenti.

Il sole ha lasciato maturare

nel cuore uva e more.

Negli occhi il gusto del sorriso.

Nel tocco il gusto della pelle.

Nell’ odore la sensibilità dell’ anima.

Chicchi di idee che crescono

a grappoli e si gonfiano luminose

sotto i forti raggi e il tepore dell’ anima.

Da custodire in pratiche bottigliette

da aprire al bisogno.

Tutto ha il suo momento.

Cosa resta…

Una mia vigna per assaporare

quello che mi è stato dato.

Quest’ aria che odora di vendemmia

e di mosto selvatico.

Uno spazio dove perdersi e ritrovarsi.

Piccole cose

che scaldano più del sole.

 

Rosita Ceraolo