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Da come guardo il vento

Il vento scompiglia ogni cosa

in aria e sopra il livello del mare,

senza barriere a tenerlo.

Il cuore del vento va veloce

su fili d’acciaio e funi metalliche,

sopra le colline e le valli,

scendendo lungo i fianchi dei

torrenti.

Compone note con la pioggia,

ritmi oltre le cime della ragione.

Ecco perché la montagna

è gelosa,

quando le mani del vento

portano la pioggia a ballare,

che scorre e scompare,

e bacia il fiume, per abbracciare

il mare.

Spesso tutto finisce in tempesta.

E i lampi urlano su tutti i suoni

della natura.

Signora solitudine

altro non rimane la montagna,

dalla volontà ferma e solida,

dal desiderio di sollevarsi, in alto,

ad un colloquio muto col sole,

e tanta voglia di respirare.

Tocca a noi inventare

la storia che va con essa!

Da come guardo il vento,

mi ritrovai a pensare

come un’onda

che spazza via inutili pensieri,

dentro le città degli uomini,

i mondi di fuori, tramontati.

Pian piano tutto evapora

nel silenzio di tante sfumature

che riempiono.

Dopo che il vento si placa,

il bisogno di ritrovarsi

per la montagna e la pioggia…

Dalla nuvola nera che è passata

arriva la sera. I cieli tornano

a dormire al chiaro di luna.

 

Rosita Ceraolo